Il recente conflitto russo-ucraino ha enfatizzato la necessità di ridurre la dipendenza dell’Unione Europea dai combustibili fossili, attraverso uno sforzo che richiederà la mobilitazione di altre risorse energetiche, in particolare per far fronte alla domanda del settore dei trasporti. Fortunatamente, l’Unione Europea dispone di una soluzione: la produzione locale dei biocarburanti sostenibili, come il bioetanolo ottenuto anche da rifiuti e residui.

È ormai assodato che i biocarburanti sostenibili, come il bioetanolo, possono ridurre le emissioni di gas a effetto serra dei mezzi di trasporto ibridi o alimentati a benzina; il bioetanolo permette infatti un risparmio medio delle emissioni del 75% rispetto alla benzina. Il loro utilizzo può avere effetti immediati e non necessita di nuovi investimenti alle infrastrutture.

La produzione di bioetanolo non solo riduce la necessità di import di fonti fossili ma contribuisce altresì a ridurre la dipendenza dalle importazioni di numerosi mangimi altamente proteici destinati al settore zootecnico.

Considerato che l’Unione Europea mira ad accrescere la propria indipendenza energetica e intensifica le proprie ambizioni per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, è fondamentale valorizzare il potenziale della produzione domestica dei biocarburanti. A tal proposito, l’eurodeputato di nazionalità tedesca Markus Pieper ha proposto obiettivi più ambiziosi per i biocarburanti avanzati rispetto a quanto previsto dalla Direttiva RED II al 2030 e la rimozione di alcune restrizioni sui biocarburanti convenzionali.

La proposta di Pieper vedrebbe aumentare la quota di biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti da un minimo dello 0,2% nel 2022, dello 0,5% nel 2025, e del 2,2% nel 2030 ad almeno lo 0,4% nel 2022, l’1% nel 2025, e il 5% nel 2030.