“Un cordiale per favore”, una frase che nel tempo è stata detta e ridetta e che riassume una storia tutta italiana. Con questa frase, infatti, non si intendeva solo l’omonimo liquore francese ma stava a indicare il consumo di qualsiasi digestivo, amaro, liquore spesso italiano. Un simbolo che riassume tantissimi anni di storia di queste bevande che hanno accompagnato generazioni e generazioni di italiani. ogni occasione era buona per bere qualcosa alla fine di un pasto, per amore, in compagnia di amici, per dimenticare una brutta giornata. Una moda infinita che proviene da un mestiere antico più di un secolo. Una tradizione talmente radicata negli animi che non tramonterà mai. Ma come tutte le cose, le mode passano, le generazioni cambiano, come fare quindi a mantenere viva una tradizione? Beh, in effetti i distillati sono un po’ come l’energia (nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma), oppure, se vogliamo usare una frase più recente: “La distillazione è ineluttabile”. Questo per dire che anche se sono passati oltre due secoli da quando la distillazione ha preso piede nel nostro Paese, nonostante tutto questi prodotti sono sempre con noi ad accompagnarci nelle nostre giornate, cambia solo il loro impiego.

Largo ai cocktails

Nessuno si vuole sostituire alla bellezza di un amaro o liquore consumato alla fine di un pasto, ma ormai questi prodotti fanno parte anche del mondo dei più giovani. L’Italia vanta una lunga tradizione di questi distillati, il loro concentrato di erbe li rende originali e qualitativamente superiori. L’utilizzo di questi prodotti all’interno dei cocktails finirebbe con l’affievolire il sapore di questi prodotti, ma ormai è una moda che sempre più sta prendendo piede incidendo anche sul mercato. Merito di questa svolta lo hanno sicuramente i bar, o meglio, i barman che sempre più sperimentano e si cimentano nell’utilizzo di liquori e amari nell’arte della miscelazione. Soda, seltz, acqua tonica, limonata, ormai sono diventati fedeli compagni del mondo della distillazione italiana. Ci dovremo abituare a questo cambio di passo inevitabile, ma d’altronde solo con il cambiamento rimane viva una tradizione tutta italiana.