Il Settore

I Prodotti della distillazione

Il settore distillatorio dà vita ad una vasta gamma di prodotti che non si limitano al settore alimentare. Oltre ad acquaviti e grappe, infatti, produce oli, mangimi, acidi organici – come l’acido tartarico di cui l’Italia è leader mondiale – bioetanolo, fertilizzanti. Inoltre tutti i residui del processo di distillazione vengono avviati in combustione per produrre energia verde (biogas), altro importante prodotto della distillazione.

Il processo di distillazione (che può essere continuo o discontinuo) varia in base alle materie prime utilizzate e al prodotto finale desiderato.

Alcoli

I primi prodotti del processo distillatorio sono gli alcoli, di solito considerati ad uso alimentare. Tuttavia nell’ultimo secolo si è assistito alla crescita della loro utilizzazione industriale.
La tecnologia, ha infatti permesso di destinare gli alcoli a funzioni diverse da quelle “da bocca”. Da anni vengono impiegati per la produzione di solventi e vernici; vengono inoltre utilizzati in profumeria e farmacologia.

Acquaviti

L’acquavite è il prodotto derivante dalla distillazione di diverse materie prime, tra cui il vino, la vinacce, i cereali, la frutta. In base alla materia prima utilizzate nascono diversi tipi di acquavite come le Indicazioni Geografiche Grappa e Brandy Italiano.

I.G. Grappa

La I.G. Grappa è un’acquavite di vinaccia ottenuta dalla distillazione di uve vinificate e distillate sul territorio italiano. Può essere prodotta su tutto il territorio italiano.

I.G. Brandy italiano

Il Brandy è un’acquavite di vino invecchiata almeno un anno in botti di quercia. L’I.G. Brandy Italiano è ottenuto dalla distillazione di vino proveniente da uve coltivate e vinificate sul territorio nazionale.

Bioetanolo

Negli ultimi 40 anni il bioetanolo è sempre più sinonimo di energia e l’alcole utilizzato come carburante sta coinvolgendo una parte sempre più consistente dell’industria distillatoria mondiale. Per molti versi in Italia è una storia ancora da scrivere, ma in altri paesi è già una realtà: l’alcole etilico di origine agricola costituisce una fonte rinnovabile di energia, alternativa alle fonti di materie prime fossili, sia direttamente come combustibile a residuo inquinante zero, sia, indirettamente, per la produzione di eteri alto-ottanici infine di idrogeno, altra fonte di energia a residuo inquinante zero.

Una realizzazione già concreta di etere è l’ETBE, un anti-detonante utilizzato nelle benzine al posto del piombo tetra-etile (fortemente tossico) derivante da un processo di eterificazione di cui il biotanolo rappresenta poco meno del 50%.

Gli industriali distillatori italiani sono già pronti da tempo, con tecnologie e strutture industriali, a dare il loro contributo alla tutela dell’ambiente naturale con la produzione di una fonte di energia rinnovabile ed ecologica, quale è l’alcole etilico distillato da materie prime agricole.

Fertilizzanti

La borlanda è il residuo ottenuto dalla distillazione del vino, dei sottoprodotti vinicoli e di altre materie prime agricole. Ha un elevato tenore di azoto organico in grado di attivare la flora microbica del suolo. Per questo motivo è utilizzata come concime in particolare in agricoltura biologica. In forma liquida è in grado di ottimizzare le rese dei terreni diminuendone la necessità di irrigazione.

Oli essenziali

Dalla distillazione in corrente di vapore si ottengono gli oli essenziali. In pratica questa procedura permette la produzione di oli di alta qualità. In questo modo attraverso il vapore la pianta diffonde le sue sostanze volatili che attraverso il processo di refrigerazione riprendono consistenza e assumono la forma di piccole gocce. Le stesse di cui sono composti gli oli essenziali.

Biogas

A seguito dei processi di disalcolazione e/o vinellazione finalizzati alla produzione di alcol e acquaviti, si ottiene anche un’altra tipologia di sottoprodotto, la borlanda, che in virtù delle proprie caratteristiche è utilizzata efficacemente nella produzione di biogas. Le borlande sono un composto di acqua ed sostanze non alterate dalla fermentazione, come cellulosa, grassi, azotati e ceneri. Possono essere sottoposte a processi di digestione anaerobica ovvero a degradazione della sostanza organica mediante microrganismi che vivono in condizioni di anaerobiosi. Da tali processi si ricava infine il biogas, una miscela composta da percentuali variabili di metano tra il 50 e il 70% del totale, a seconda del substrato utilizzato.

Mediante questo processo produttivo il biogas può essere considerato sottoprodotto della distillazione ai sensi dell’art. 2 bis del Decreto Legge 171/2008 convertito con modificazioni dalla L. 30 dicembre 2008, n. 205, laddove venga destinato alla combustione nel medesimo ciclo produttivo.

Acidi organici

Gli acidi organici sono presenti in molti frutti e in quantità considerevole nell’uva. Tra questi l’acido tartarico naturale, residuo del processo distillatorio, può essere impiegato nell’industria alimentare come acidificante e conservante naturale, e come agente lievitante; viene inoltre utilizzato nell’industria farmaceutica come eccipiente (normativa Farmacopea europea) e in quella cosmetica come base di creme naturali.