1. Mosca cercherà di agire sulla leva commerciale per evitare la morsa delle sanzioni. La Ue potrà permettersi di fare a meno delle messi russe? 

La situazione geopolitica, nello specifico il conflitto che si sta svolgendo purtroppo in Ucraina a causa dell’aggressione russa, e le conseguenti sanzioni che sono state avviate nei confronti di Mosca, dimostrano la fragilità del nostro sistema energetico e di approvvigionamento delle materie prime, che vanno dal gas ai fertilizzanti, dai cereali al mais e all’olio di girasole. Questo ci fa riflettere sul futuro della PAC, poiché nessuno fino a poco tempo fa aveva esplicitato che, il mondo del capitalismo così come l’abbiamo conosciuto, potesse essere messo a rischio o che si potesse spostare un’asse commerciale, quello degli USA con l’Europa, verso quello di Russia-Cina. Sicuramente lavorare per una resilienza del nostro Paese, come prevede anche il Pnr è fondamentale, ma è necessario lavorare ancora di più sul multilateralismo perché avere più fonti di approvvigionamento e intessere maggiori relazioni con vari paesi, credo sia la soluzione per evitare che noi, come piccola nazione, possiamo essere schiacciati da questa morsa invisibile.

 

  1. Stiamo correndo l’effettivo rischio dell’interruzione della rivoluzione verde? Come potrebbe cambiare la catena distributiva nel caso di una drammatica “decrescita sostenibile”? 

Il Green Deal europeo è un progetto fondamentale. Le questioni ambientali non sono sparite perché c’è il conflitto russo-ucraino: il tema del cambiamento climatico, della desertificazione e della salinizzazione dei suoli, rimane comunque. E dobbiamo perseguirlo, rivedendo alcuni percorsi. Il gas era stato scelto come fonte per sostituire il carbone, poi è esploso il prezzo del gas rimettendo in discussione l’utilizzo del carbone. Basti sapere che 1 Kw/h di metano mette in atmosfera 350 grammi di Co2 e il carbone più di 1.000 grammi. Meglio morire di freddo o per i cambiamenti climatici? Questa è una scelta che nessuno vorrebbe avere. Dobbiamo quindi puntare molto sulle energie rinnovabili, che sicuramente devono essere il nostro centravanti, e accelerare l’interconnessione con altri paesi per gli approvvigionamenti, ma ci vuole un’energia di fondo stabile perché, quando accendiamo la luce, non è detta che ci sia a disposizione il vento o il sole. Secondo me l’idea del ministro Cingolani di poter pensare a piccole centrali nucleari come quelle già presenti da anni in molte navi e sommergibili, potrebbe essere una soluzione per rendere il nostro paese più resiliente. 

 

  1. Prima di una settimana fa, quali erano le prospettive e speranze nei lavori della Commissione e quanto è cambiato nell’arco di pochi giorni? 

I lavori della commissione stanno andando avanti anche se hanno avuto un fisiologico rallentamento, vista la pandemia e la mole di decreti in conversione. Però abbiamo ripreso da gennaio a pieno regime, infatti sono state riprese tutte le proposte di legge e stiamo andando avanti con i decreti, insieme ad alcune novità: abbiamo in conversione il decreto Energia e, al di là della classica attività parlamentare, dobbiamo affrontare anche le situazioni di emergenza. Se non ci fosse stato il conflitto russo-ucraino, oggi non si parlerebbe né del decreto Energia, né del decreto Ucraina. Oggi c’è questa priorità e giustamente la dobbiamo attuare.

 

  1. Per quanto riguarda AssoDistil, qual è la sua opinione sul lavoro svolto dall’Associazione, come promotrice e rappresentante del settore distillatorio italiano? 

AssoDistil è un’importante associazione con la quale ho collaborato sempre molto volentieri e con cui abbiamo portato avanti più di un’iniziativa insieme. Il prossimo convegno in programma è l’ennesima dimostrazione di quanto il settore distillatorio sia un anello fondamentale della circolarità e della valorizzazione dei sottoprodotti, un aspetto che potrebbe fornire una soluzione e dare una risposta a questa crisi energetica. Ora uscirà il FER 2: stiamo dando dei pareri sulla proposta di decreto e credo che sia un buon provvedimento, che valorizza anche le biomasse. Bisogna proseguire su questa strada.