La Commissione europea è ormai da tempo al lavoro per portare a termine alcuni regolamenti per la tutela e la protezione dell’agroalimentare. Il 2021, da questo punto di vista, segna una svolta importante che dovrebbe portare, alla fine dell’anno, diverse leggi che andranno a rafforzare i disciplinari dei prodotti d’eccellenza. Ma se è vero che la notizia è importante per tutto il comparto agroalimentare, è altrettanto vero che il disciplinare delle bevande spiritose trova il suo compimento proprio in questo anno. A partire dallo scorso 25 maggio è entrato in vigore il regolamento Ue n.787/2019 che regola il registro delle bevande spiritose a Indicazione Geografica. Il nuovo Documento, impone un tracciamento rigido affinché i prodotti d’eccellenza europei siano tutelati e protetti da eventuali frodi alimentari.
L’eccellenza ha un nome e va protetto
L’eccellenza ha un nome e va protetto
La disciplina impone nuove regole nel caso in cui alcune bevande spiritose facciano riferimento ad altre bevande spiritose. Da adesso sarà obbligatorio indicare la denominazione legale all’interno dello stesso campo visivo in cui si fa riferimento all’allusione. Stessa cosa per quanto riguarda l’etichetta, eccezione fatta per i prodotti che riportano termini precisi come ‘liquore’ o ‘crema’. Con queste novità il Regolamento europeo che disciplina le bevande spiritose IG trova il suo compimento, attuando un disciplinare in grado di potenziare e tutelare i prodotti d’eccellenza, certificati e garantiti come la Grappa e il Brandy italiano.
“È indubbio che il settore delle bevande spiritose, al pari di quello dei vini e delle specialità alimentari, vanti numerose denominazioni, sia a livello nazionale che internazionale che affondano radici profonde nella storia, nelle tradizioni e nella cultura dei territori da cui esse hanno avuto origine e in cui sono tuttora prodotte” commenta Cesare Mazzetti, presidente della Fondazione Qualivita. “Denominazioni di distillati prodotti in grandi volumi e assurti alla grande fama come Grappa, Cognac e Scotch Whisky, convivono con piccole produzioni come quella del Genepì del Piemonte o del Mirto di Sardegna. Queste bevande, accomunate dall’avere una zona di origine, una tradizione produttiva, forti legami territoriali e una notorietà connessa al loro nome, hanno pieno titolo per far parte del grande paniere delle Indicazioni Geografiche e per godere delle speciali tutele assegnate alle IG. Le istituzioni europee già dal 2008 hanno riconosciuto questo carattere alle bevande spiritose, ma è solo con il Regolamento n. 787 del 2019 e con i due recentissimi Regolamenti di attuazione che si hanno regole certe e assolutamente inequivocabili per la gestione delle domande e delle procedure di riconoscimento. Un importantissimo passo in avanti è poi l’inserimento delle bevande spiritose a IG nel registro telematico ‘eAmbrosia’, grazie al quale il pubblico interessato può avere accesso alle più dettagliate informazioni sulle Indicazioni Geografiche riconosciute in Europa: una conferma dell’importanza che le regole per la tutela e la promozione e valorizzazione delle IG sono trasversali a tutti i settori interessati, cibo, vino e bevande spiritose, nella ricerca della massima efficienza e dei migliori risultati”.
Fonte: Fondazione Qualivita
Incontro operatori settore distillatorio e ADM-Cert